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Agone - Alosa fallax lacustris

La sarda di lago ha la testa appuntita e il corpo lungo (20/25 cm max) ma appiattito sui fianchi, grandi occhi e pinne ben sviluppate. Le squame sono grosse. Il colore è grigio bluastro sul dorso e metallico sul ventre e sui fianchi, che sopra la linea mediana sono caratterizzati da una fila di macchie nerastre (minimo 5) dalla testa alla coda. Vive normalmente fonda, tra gli 80 e i 100 mt. Ma la si può incontrare nelle immersioni notturne, in acqua veramente bassa dove nei mesi caldi, tra maggio e agosto, risale per depositare le uova.

Distribuzione e habitat

E’ una specie autoctona stanziale originaria dei grandi laghi prealpini introdotta anche nei laghi dell’Italia centrale (Bolsena, Vico e Bracciano). L’agone è fortemente gregario e forma branchi molto numerosi, vive di solito a grandi profondità nellvoli spostamenti migratori alla ricerca di cibo spostandosi lungo tutto il perimetroe zone pelagiche del lago, salvo durante il periodo riproduttivo ed invernale quando si porta più vicino alle rive. Nel corso dell’anno i branchi compiono note del lago.

Alimentazione

Si nutre in prevalenza di zooplancton ma anche di larve e uova di pesci. Gli esemplari di maggiori dimensioni non disdegnano la cattura di piccoli pesci, soprattutto, di alborelle.

Riproduzione

La riproduzione si ha tra maggio e luglio quando i riproduttori ricercano i bassi fondali ghiaiosi. La deposizione delle uova avviene prevalentemente di notte con temperatura dell’acqua intorno ai 15­25° C. La maturità sessuale è raggiunta intorno a 2/3 anni per i maschi e 3/4 anni per le femmine. Le uova sono di piccole dimensioni (1,6 mm) e si schiudono in 2/8 giorni. Mediamente una femmina depone circa 20/22 mila uova.

Famiglia: clupeidae

Ordine: clupeiformes

Nomi dialettali: sardena, sardéla, scaravina, sarda, sardella, cheppia, alosa

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Alborella - Alburnus alburnus alborella

Piccolo pesce di colore argento sui fianchi e grigio verdastro sul dorso con il corpo lungo e slanciato (10/15 cm max). Pinne ben sviluppate per un'abile nuotatrice che sempre in movimento in branchi predilige l'acqua bassa e preferibilmente tra le alghe dove trova cibo ( piccole larve, insetti, microorganismi e alghe), pertanto le si può incontrare a fine immersione durante la sosta di sicurezza o la decompressione.

Distribuzione e habitat

L’alborella presente in Italia settentrionale è una sottospecie autoctona; in Italia centro meridionale la sua presenza si deve invece a recenti immissioni.
Non risultano presenze di questo ciprinide sulle isole.  E’ comunque presente in gran parte del territorio europeo dalla Francia fino ai monti Urali. L’alborella si trova nei grandi laghi subalpini dove vive in branchi che spesso raggiungo dimensioni ragguardevoli nelle acque superficiali pelagiche, migrando talvolta anche nella zona del litorale.
Rispetto agli altri ciprinidi preferisce trascorrere il periodo invernale a profondità maggiori.

Alimentazione

La sua dieta è costituita in prevalenza da piccole larve, insetti, microrganismi, alghe e detriti organici.

Riproduzione

Il periodo riproduttivo parte da maggio/giugno fino ad agosto e si svolge in due o tre ondate successive sui bassi fondali sabbiosi o ghiaiosi con una punta massima tra i primi giorni e la metà di luglio. Le uova sono piccole e deposte prevalentemente di notte o nelle ore prossime all’imbrunire. Si stima che possano essere in numero anche superiore alle 250.000 unità per chilogrammo di peso. La schiusa avviene in 4­5 giorni alla temperatura di circa 20 °C.

Famiglia: cyprinidae

Ordine: cypriniformes

Nomi dialettali: àola, àgola, àvola, àvla, óa, pessàta, pesset, pessina

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Anguilla - Anguilla anguilla

Con una forma serpentiforme, simile al grongo di mare, ha il corpo cilindrico lungo e stretto, un po' schiacciato sui fianchi verso la coda. La pelle è molto viscida, senza squame e ricoperta da abbondate muco. Ne esiste una sola varietà, che però ha caratteristiche ben diverse a seconda dell'ambiente in cui vive, con schiena grigio nera, ventre bianco e muso squadrato a becco d'anatra per quelle che vivono in parete o ambiente roccioso, dove si possono scovare cercando in fondo alle spaccature più strette e buie, con schiena verde, ventre bianco giallognolo e muso appuntito per quelle che vivono nell'ambiente fangoso, dove scavano veri e propri tunnel anche fondi e da un lato dei quali normalmente si affaccia il muso o appena sotto la superficie fangosa, formando delle vere crepe uguali a quelle che si formano in un terreno secco, all'estremità delle quali normalmente sbucano o la testa o la coda. I maschi raggiungono i 50 cm. di lunghezza e i 5/6 etti di peso, mentre le femmine arrivano anche ai 5 Kg. e  al metro, metro e mezzo di lunghezza.  Si possono incontrare a qualsiasi profondità e in qualsiasi momento del giorno e della stagione.

Distribuzione e habitat

L’anguilla è particolarmente diffusa lungo tutte le coste del Mare Mediterraneo e Baltico nonché in tutti i laghi e corsi d’acqua europei e baltici. In Italia è una specie autoctona. Nel lago di Garda era presente in grandi quantità. Oggigiorno la sua esistenza, ostacolata anche dalla diga in prossimità di Salionze, viene garantita dai continui ripopolamenti. E’ un pesce piuttosto pigro che di giorno si rifugia in tane chiamate “forami” che ricava sul fondale sabbioso del lago facilmente individuabili grazie ai forellini, simili a piccoli crateri, che permettono all’acqua di filtrare. Di notte esce dai suoi nascondigli per iniziare la sua attività predatoria.

Alimentazione

L’anguilla si nutre principalmente di invertebrati di fondo, non disdegna nemmeno piccoli pesci e soprattutto le loro uova.

Riproduzione

Il ciclo riproduttivo di questo pesce avviene esclusivamente nel mar dei Sargassi (Oceano Atlantico) dove, dopo un lungo viaggio, le anguille si riproducono ad una profondità compresa tra i 200­400 metri.  Terminata la deposizione (circa 2 milioni di uova per esemplare) i riproduttori muoiono. Dopo la schiusa, le larve dal corpo fogliforme, grazie alle correnti marine, iniziano il percorso a ritroso che le riporterà nelle stesse acque di origine dei genitori. Durante questo tragitto il corpo subisce una vera e propria metamorfosi fino ad arrivare alla classica forma serpentiforme. In questo stadio dello sviluppo le larve sono note con il nome di “cieche”. Iniziando poi la risalita dei fiumi esse assumono in modo definitivo la loro forma caratteristica.

Famiglia: anguillidae

Ordine: anguilliformes

Nomi dialettali: anguìla, anguèla, bisàto, capitone

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Barbo - Barbus barbus

Bellissimo pesce che può arrivare anche alla lunghezza di 80 cm e 4 Kg di peso, ha forma massiccia nella parte anteriore del corpo e più snella verso la coda comunque possente. Di colore bronzo dorato metallico tendente al giallognolo, varia leggermente anche secondo l'ambiente in cui vive. Ha bocca grande con grosse labbra carnose e sporgenti ai bordi delle quali spuntano quattro barbigli (baffi), due per parte, che utilizza per la ricerca del cibo sotto i sassi e sul fondo ghiaioso o sabbioso. Non è facile da incontrare in immersione, ma essendo un pesce stanziale se si individua la sua tana si ritrova facilmente nei paraggi.

Distribuzione e habitat

Predilige vivere in fondali rocciosi, ghiaiosi e sabbiosi in acque fresche e ossigenate. Nei laghi si concentra soprattutto alla foce degli immissari o all’inizio degli emissari dove la corrente delle acque è moderatamente sostenuta. Anche questo pesce, come tante altre specie, era particolarmente comune nel lago di Garda soprattutto nella zona dove nasce il fiume Mincio; oggi la sua presenza è in diminuzione.

Alimentazione

La dieta di questo ciprinide comprende larve, molluschi, crostacei, piccoli vermi e raramente alghe e piccoli pesci. Si nutre prevalentemente di notte formando piccoli branchi di pochi individui.

Riproduzione

La riproduzione avviene nei mesi compresi tra maggio e luglio su bassi fondali sabbiosi e ghiaiosi, di solito la frega avviene di notte o alle prime ore del mattino.

Pesca

Il barbo per la pesca professionale non ha mai rivestito alcun interesse, mentre per la pesca a canna risulta preda assai ambita per la sua vitalità al tocco. Nonostante le molte lische la sua carne è discreta, mentre bisogna prestare molta attenzione alle uova che sono tossiche; se ingerite provocano dolori, nausee e vomito.

Famiglia: cyprinidae

Ordine: cypriniformes

Nomi dialettali: barbio, barbi, barbé

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Bottatrice - Lota lota

Ha la testa larga e piuttosto piatta, con un corpo cilindrico verso la testa che poi diventa piuttosto appiattito ai fianchi fino alla coda. La bocca munita di piccoli dentini è grande e al centro della mandibola pende un barbiglio (baffo) che le serve per frugare sul fondo in cerca di cibo. Si possono incontrare, anche se raramente degli esemplari  che possono raggiungere i ¾ Kg, mentre normalmente si incontrano nelle spaccature o sui gradini delle pareti esemplari dai 2 etti al chilo. La pelle senza squame è liscia, viscida ricoperta di muco e di colore grigio giallo marrone a macchie mimetiche. Si può incontrare in tutte le immersioni, sia come orari che in tutti i periodi dell'anno. É un pesce molto socievole e si lascia avvicinare tranquillamente.

Distribuzione e habitat

Originario dell’Asia settentrionale del nord America e del Canada, in Italia questo pesce è alloctono, introdotto verso la fine dell’800 e gli inizi del 900.
Una piccola curiosità che riguarda la bottatrice è che questo pesce è l’unico esemplare di acqua dolce appartenente della famiglia dei gadidi, famiglia della quale fanno parte anche il merluzzo ed il nasello.  L’habitat ideale di questo pesce sono i fondali molto profondi caratterizzati da acque limpide e molto fresche.

Alimentazione

Questo pesce caccia prevalentemente di notte; l’alimentazione è pressoché carnivora e comprende larve di insetti, molluschi, piccoli crostacei, pesci, animali morti e detrito organico.

Riproduzione

Nel Garda, visto anche l’abitudine ad occupare i fondali molto profondi, è quasi del tutto impossibile stimare una popolazione e verificare se questa, negli ultimi anni, possa aver sofferto di una contrazione o se invece goda di buona salute.  La riproduzione avviene in inverno in modo del tutto particolare; il maschio e la femmina, sfregandosi tra di loro, secernono un particolare muco che li unisce durante l’atto riproduttivo.
La femmina depone una moltitudine di piccole uova che sono spesso divorate in gran numero dal maschio.

Famiglia: gadidae

Ordine: gadiformes

Nomi dialettali: bosa, stringa, bottatris, bottris

 

 

 

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Cagnetta - Salaria fluviatilis

Pesce di piccole dimensioni dal corpo allungato, tondeggiante sul ventre, e compresso lateralmente; quasi del tutto privo di squame è invece ricoperto da un abbondate strato di muco. La testa è molto grande ed obliqua nella parte anteriore. Una caratteristica dei maschi di questa specie è la pinna dorsale molto sviluppata che forma una cresta che arriva fino quasi alla coda. La bocca, di piccole dimensioni, e dotata di due labbra carnose e da una serie di denti; due di essi, i canini, sono molto sviluppati. Le pinne sono tutte ben sviluppate.
La colorazione del dorso è verdastra con sfumature che possono variare dal bruno al giallo, mentre il ventre è bianco­giallastro. Sul dorso e sui fianchi sono presenti delle macchie scure disposte in fasce verticali.
I maschi si differenziano dalla femmina non solo per la cresta dorsale, ma anche per le maggiori dimensioni che raggiungono. Solitamente la taglia massima per questo pesce è nell’ordine dei 8/12 cm.

Distribuzione e habitat

In Italia questo pesce è autoctono. Si tratta comunque di una specie diffusa nelle regioni Europee bagnate dal mare Mediterraneo, infatti si può trovare anche in acque salmastre.
Nel Garda, in antichità, si pensava erroneamente che questo pesce fosse tipico solo del nostro lago. Ancora oggi molto diffuso possiamo dire che questa specie gode  di buona salute.
L’habitat ideale sono i bassi fondali ghiaiosi o sassosi vicino alla riva. Conduce una vita sedentaria e difficilmente si stacca dal fondo; il suo territorio è di solito costituito da un anfratto o da una tana sotto ad un sasso, che difende attivamente ed energicamente con tutte le forze dagli aggressori. Non è raro infatti che questo pesce arrivi a mordere i piedi dei bagnanti colpevoli di violare inconsapevolmente i suo rifugio.

Alimentazione

La dieta di questo pesce è costituita in prevalenza da invertebrati di fondo. Non disdegna anche la predazione di  piccoli avannotti.

Riproduzione

La riproduzione avviene tra maggio e luglio, quando la femmina assume una colorazione più chiara mentre il maschio viceversa più scuro. Le uova vengono deposte, dopo una prima fase di  corteggiamento, nella tana del maschio, che avrà premura di difenderle fino alla schiusa che di solito avviene dopo 10/15 giorni dalla deposizione.

Famiglia: blennidae

Ordine: perciformes

Nomi dialettali: cagnetta, màgnara, càn, càn­gn, bavosa di fiume

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Carassio - Carassius carassius

Il corpo di questo ciprinide è robusto, tozzo e sviluppato in altezza a formare una gobba particolarmente evidente appena sopra il capo. Il muso è corto e robusto, la bocca è di piccole dimensioni, le labbra sono poco carnose e prive di barbigli; le squame sono di grandi dimensioni. 
La colorazione del dorso è scura, i fianchi sono giallastri con riflessi bronzei, mentre il ventre è chiaro. La livrea può variare dal rosso all’arancio, dal giallo al bianco. Le pinne dorsali e caudali sono brunastre, le altre possono presentare riflessi rossastri. Questo pesce può originare degli ibridi con la carpa.
Le dimensioni massime che può raggiungere questo ciprinide sono nell’ordine di 45 centimetri di lunghezza e di 3/4 chilogrammi di peso. Nel Garda e nel Mincio le dimensioni di solito non vanno mai oltre il chilogrammo e mezzo di peso.

Distribuzione e habitat

Diffuso in quasi tutta Europa ed in Asia centro­settentrionale. In Italia questa specie è alloctona e si pensa che nel lago di Garda sia entrato involontariamente negli anni ’60 perché mescolato a semine di tinche e carpe.
Di comportamento gregario, soprattutto in fase giovanile, predilige le acque poco profonde ricche di vegetazione e di fango. Come la carpa e la tinca in inverno si infossa nel fondale rallentando al massimo il metabolismo entrando in una sorta di letargo.

Alimentazione

L’alimentazione comprende sia alghe che piante acquatiche, larve, plancton, insetti e invertebrati acquatici.

Riproduzione

La riproduzione avviene in giugno quando la femmina, in acque basse e ricche di vegetazione, depone le innumerevoli uova, circa 50.000­100.000 per chilogrammo di peso corporeo che vengono immediatamente fecondate dal maschio. Di solito iniziano la frega agitando l’acqua con vibranti colpi di coda

Famiglia: cyprinidae

Ordine: cypriniformes

Nomi dialettali: bastardo, péss ross, goba

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Carpa - Cyprinus carpio

Ha il corpo robusto e un po' gibboso, leggermente schiacciato ai lati, la bocca è stretta e ha labbra carnose protrattili, ai lati delle quali pendono due barbigli (baffi) uno per lato. Il colore è tendente al bruno bronzo dorato con riflessi giallognoli. La differenza tra le due è nelle squame, quella a specchi infatti invece di essere ricoperta completamente come la comune, ha delle grosse squame  distribuite su due o tre file che sembrano specchi, da cui il nome. Possono raggiungere i 20 Kg di peso, ma sono difficili da incontrare, perchè vivono in ambiente fangoso, fondale piatto tra alghe e canneti, luoghi non interessanti per le immersioni.

Distribuzione e habitat

Originaria dell’Asia settentrionale ed orientale fino al Giappone, fu probabilmente introdotta in Italia in epoca romana diffondendosi un po’ ovunque. Nel lago di Garda è sicuramente più comune nella parte meridionale e nel Mincio. Il comportamento è gregario soprattutto in età giovanile quando forma piccoli branchi. L’habitat ideale è costituito dai bassi fondali sabbiosi e fangosi ricchi di vegetazione. Nei mesi invernali si rifugia al largo nel fango limitando al minimo le sue funzioni vitali ed entrando in una sorta di letargo.

Alimentazione

Le abitudini alimentari sono prettamente notturne. Si ciba di vermi, piccoli invertebrati, molluschi, crostacei, alghe e uova di pesce.

Riproduzione

La carpa raggiunge la maturità sessuale intorno ai 2/4 anni d’età. I maschi di solito sono maturi un anno prima rispetto alle femmine. Il periodo di riproduzione è da ricomprendersi tra i mesi di maggio/giugno e può protrarsi anche nel mese di luglio a seconda delle località quando la temperatura dell’acqua raggiunge i 19­20 °C durante il giorno e di notte non scende sotto i 14­15 °C.  La femmina depone intorno a 100.000­200.000 uova per chilo di peso, le larve nascono dopo 5/6 giorni.

Famiglia: cyprinidae

Ordine: cypriniformes

Nomi dialettali - goba, reina, balbar, gobbo, bùlbero, balbe

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Carpione - Salmo carpio

Il corpo è fusiforme mentre il ventre è panciuto. Le scaglie sono di piccole dimensioni. La testa è piccola come pure la bocca che è fornita di piccoli denti disposti in un’unica fila. Le pinne sono tutte ben sviluppate. Il dorso è grigio ed i fianchi sono di colore argento, il ventre è bianco. Sulla testa e lungo i fianchi sono presenti piccole macchie irregolari disposte a forma di “X”.
Del tutto simile ad una  trota, non è facile riconoscere il carpione soprattutto se in giovane età. La livrea della femmina è identica tutto l’anno, mentre il maschio nel periodo riproduttivo assume una tipica colorazione scura, spesso nera. Le dimensioni massime che raggiunge questo splendido pesce raramente superano il chilogrammo di peso ed i 50 centimetri di lunghezza.

Distribuzione e habitat

Il carpione non solo è autoctono, ma è endemico del lago di Garda. Tante sono state le segnalazioni della sua presenza anche in altri laghi che poi si sono dimostrate fasulle. I diversi tentativi di immissioni fatti in altri bacini non hanno avuto esito positivo quindi possiamo trovare questa specie solamente nel lago di Garda. In passato questo pesce veniva fortemente commercializzato.
Già in epoca romana il poeta Catullo ne segnalava la sua presenza, nel Medioevo e nel Risorgimento veniva consumato nelle mense dei ricchi signori aristocratici. Partendo dagli anni ’60, a causa di una pesca intensiva, la specie ha iniziato a  soffrire di un forte decremento che ai giorni d’oggi ormai ha raggiunto preoccupanti livelli.
L’habitat ideale del carpione sono le acque profonde. Seguendo le proprie esigenze alimentari, che variano a seconda della stagione, il carpione modifica la sua distribuzione sia in senso orizzontale che verticale rimanendo comunque dislocato nel versante settentrionale del lago.

Alimentazione

La sua alimentazione varia dal plancton ad organismi bentonici, ma si nutre anche di piccoli pesci e loro uova. In determinati periodi dell’anno entra in competizione alimentare con il lavarello, l’agone e l’alborella.

Riproduzione

La riproduzione del carpione avviene sia in inverno, nei mesi tra dicembre a febbraio, sia in estate tra luglio ed agosto. La riproduzione invernale avviene nel versante bresciano del lago, mentre quella estiva nella zona compresa tra Sirmione e Punta San Vigilio. Durante la riproduzione la femmina depone le uova su fondali rocciosi e ghiaiosi situati a notevole profondità.

 

Famiglia: salmonidae

Ordine: salmoniformes

Nomi dialettali: carpion, carpiun, carpioun, carpiù, carpiò

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Cavedano - Leuciscus cephalus

È un pesce con il corpo slanciato piuttosto scuro sul dorso si colora di argento sui fianchi, schiarendo sempre più fino a diventare bianco sul ventre. Furbo e diffidente si mantiene sempre alla larga, ma trovandosi a tutte le profondità non è impossibile vederli sfilare davanti a noi, specie sulle pareti o nel basso fondale tra grossi massi, specie nel periodo della frega (riproduzione) Può raggiungere tagli veramente notevoli, anche di 3/4 Kg, ma sono rari.

Distribuzione e habitat

Diffuso quasi in tutta Europa, in Italia questo pesce è autoctono. Vive sia in acque lacustri sia in acque correnti. Nel lago di Garda è da sempre molto diffuso.
Il comportamento è stanziale, gregario nei giovani e solitario in età adulta; vive solitamente nella fascia litoranea con poca corrente.
Frequenta sia gli strati superficiali sia quelli profondi, soprattutto in inverno, quando possiamo trovarlo anche in acque aperte. Di norma non supera mai i 40/50 metri di profondità.

Alimentazione

Considerato come uno spazzino,  la sua dieta è praticamente onnivora. Si nutre di insetti, larve, piccoli pesci, invertebrati acquatici, frutta, vegetali e materiale organico.  Spesso i cavedani amano riunirsi alla ricerca del cibo in prossimità degli scarichi e dei corsi d’acqua che confluiscono nel lago.

Riproduzione

La riproduzione avviene tra maggio e luglio quando, durante la notte, le femmine depongono le uova sui bassi fondali ghiaiosi, ciottolosi o tra la vegetazione acquatica.

Famiglia: cyprinidae

Ordine: cypriniformes

Nomi dialettali: cavazzin, cavassin, cavéder, scaiàss, cavassino, squào

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Cobite - Cobitis taenia

Il corpo è molto allungato e compresso lateralmente, le squame sono di piccole dimensioni e ricoperte di muco. La testa è piccola e compressa, la bocca corta ed in posizione inferiore è dotata di tre paia di barbigli che usa per sondare il fondo alla ricerca di cibo. Gli occhi sono piccoli e posizionati in alto sul capo. La colorazione del dorso è brunastra, più chiari sono i fianchi mentre il ventre è giallastro.
I fianchi sono percorsi da file di grosse macchie scure; le pinne sono giallo arancio con la presenza di molteplici macchiette nere.
Nei maschi le pinne pettorali sono più lunghe ed appuntite. Inoltre, il lato interno delle pettorali dei maschi è parzialmente coperto da una lamina ovale detta squama di Canestrini.
Le dimensioni massime delle femmine sono di circa dodici centimetri mentre i maschi difficilmente superano i sette.

Distribuzione e habitat

La diffusione di questo pesce comprende quasi tutta l’Europa e la fascia centrale dell’Asia fino al Marocco. In Italia questo pesce è autoctono.
Una volta nel Garda  era molto diffuso, adesso la popolazione è in grossa difficoltà se non addirittura a rischio di estinzione. Vive in fondali sabbiosi e melmosi, conduce una vita sedentaria. 
Di giorno rimane intanato nel fondale dove lascia uscire solo la testa, mentre di notte si mette in ricerca del cibo. 

Alimentazione

Le abitudini alimentari comprendono alghe, piccoli invertebrati e detriti organici.

Riproduzione

La riproduzione ha luogo tra aprile e giugno. Le uova misurano un millimetro di diametro e sono deposte dalle femmine presso le rive, sulla vegetazione acquatica o sulle pietre. L’accrescimento è lento e la maturità sessuale è raggiunta dopo circa tre anni dalla nascita.

Famiglia: cobitidae

Ordine: cypriniformes

Nomi dialettali: cagneta, faraguada, forsass, sghirla, sgheta

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Lavarello - Coregonus lavaretus

Pesce dal corpo allungato e compresso lateralmente ha un profilo discretamente slanciato. La testa è piccola e appuntita, la bocca minuta e leggermente obliqua posizionata nel tratto medio inferiore del capo.
Le pinne sono tutte ben sviluppate e le scaglie, più grandi di quelle degli altri salmonidi, sono di medie dimensioni.  Alla base del peduncolo caudale presenta una pinna adiposa. La colorazione del dorso è scura, il ventre è chiaro mentre i fianchi sono argentei. Non esiste dimorfismo sessuale se non durante la riproduzione quando le femmine assumono una colorazione più pallida.
Nonostante il lavarello in alcune zone riesca a raggiungere i sei chilogrammi di peso, nel Garda questa specie difficilmente riesce a superare il limite dei due.

Distribuzione e habitat

Diffuso in tutta Europa, in Italia questa specie è alloctona. Nel lago di Garda la prima immissione risale al 1918 quando ne furono seminati più di un milione di individui. Nonostante questa specie, come molte presenti nel nostro bacino, soffra di contrazioni naturali, nel Garda è tutt’oggi molto comune grazie anche ad una politica pressoché costante di ripopolamento.
Di comportamento gregario, predilige vivere in acque profonde per la maggior parte dell’anno tranne in inverno quando si porta in prossimità di fondali relativamente più bassi.

Alimentazione

L’alimentazione è esclusivamente a base di zooplancton.

Riproduzione

La riproduzione avviene in inverno nei mesi tra dicembre e gennaio,  in fondali poco profondi ed in prossimità della riva o nel tratto inferiore dei fiumi immissari. Le uova, di circa 2,5 millimetri di dimensione, vengono deposte dalle femmine ed aderiscono al fondo grazie ad una secrezione vischiosa. La schiusa avviene dopo circa 60 giorni. Lo sviluppo sessuale è invece più rapido e si ha dopo uno o al massimo due anni dalla nascita.

Famiglia: coregonidae

Ordine: salmoniformes

Nomi dialettali: lavarel, coregon, lavarèll, lavarétt, coregôo

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Luccio - Exos lucius

Con un corpo snello, muscoloso elegante e mimetico è facile incontrarlo in posizione d'agguato, appoggiato su un gradino della parete o tra le alghe. Le pinne corte ma potenti, la testa enorme e schiacciata con una bocca fornita di 700 denti acuminati, fanno di lui una vera macchina da guerra. Da gran predatore ha una livrea mimetica  con striature giallo-bronzo e grigio marrone su tutto il corpo, mentre il ventre è bianco. Può raggiungere la lunghezza di 1,5 mt. e il peso di 20/25 Kg. Si può incontrare ovunque in parete o tra le alghe, ma è sempre guardingo e velocissimo a fuggire, mentre la notte è più facile da avvicinare.

Distribuzione e habitat

Diffuso in quasi tutto l’emisfero settentrionale del mondo, in Italia il luccio è  specie autoctona in molti dei nostri laghi, stagni e corsi d’acqua. L’habitat ideale è la fascia litoranea su bassi fondali sabbiosi e fangosi ricchi di alghe e di canneti.
E’ un pesce piuttosto sedentario. Per difendere il proprio territorio non disdegna il cannibalismo molto comune anche negli esemplari più giovani.

Alimentazione

Nelle prime fasi di vita si alimenta di invertebrati e di plancton, passata questa fase, peraltro molto breve, il luccio preda di tutto; pesci, anfibi, roditori, giovani anatre ed uccelli acquatici.  Questo pesce è un vero maestro nell’arte dell’agguato, infatti, sfruttando le sue capacità mimetiche e la sua velocità, nascosto nella vegetazione, scatta contro la preda con attacchi fulminei che non lasciano scampo. La forma del suo corpo è proprio finalizzata al raggiungimento di velocità altissime in tempi brevissimi, quasi un batter d’occhio, velocità che comunque questo pesce non è in grado di mantenere per lungo tempo. E’ un pesce molto vorace in grado di predare grandi quantità di pesci.

Riproduzione

La riproduzione ha luogo tra febbraio ed aprile, quando le femmine depongono le uova tra la vegetazione presente nei bassi fondali sabbiosi o fangosi. Dopo la schiusa le larve si fissano alla vegetazione, tramite una ventosa posta davanti agli occhi, sino al completo riassorbimento del sacco vitellino.

Famiglia: esicuadae

Ordine: esociformes

Nomi dialettali: Lusso, lussio, luzo, lusc, verdun, luss, loess, löss

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Luccioperca - Stizostedian lucioperca

Il corpo è snello e affusolato, la testa è grande, appuntita e leggermente appiattita.
L’ampia bocca è provvista di numerosi denti acuminati tra i quali spiccano tra tutti otto canini molto ben sviluppati.  La colorazione del dorso e dei fianchi è bruno verdastra mentre il ventre è più chiaro.
Dal dorso scendono alcune strisce nerastre. La morfologia nel suo complesso è piuttosto simile a quella del pesce persico.  Il lucioperca in un habitat favorevole può raggiungere dimensioni ragguardevoli arrivando a misurare anche oltre il metro di lunghezza ed i quindici chilogrammi di peso.

Distribuzione e habitat

Il comportamento di questo pesce è normalmente stanziale, raramente migratorio se l’habitat è scarso di pesce. In età giovanile è gregario mentre con l’aumentare della taglia diventa solitario. Generalmente vive in piccoli branchi nelle zone litorali di laghi e fiumi a corrente modesta, senza vegetazione.
Di sicuro questo pesce non ama la luce, infatti di giorno sosta in profondità per poi risalire e mettersi in caccia all’imbrunire.
E’ particolarmente attivo in estate e durante la notte.  Nel lago di Garda la sua presenza è ancora oggi tutta da verificare, tant’è che alcuni biologi lo danno per estinto.

Alimentazione

Appena nato si nutre di zooplancton e di piccoli crostacei; già in giovane età comincia a predare altri pesci. Gli adulti sono molti voraci divorano infatti diverse specie di pesce, invertebrati e anfibi; in caso di scarsità di prede non disdegnano atti di cannibalismo. In inverno riduce al minimo ogni sua attività.

Riproduzione

La riproduzione avviene in tarda primavera tra aprile e giugno. La deposizione delle uova avviene in prossimità della riva su fondali sassosi dove i maschi hanno precedentemente preparano la classica fossa circolare adibita a nido. Dopo aver deposto le uova la femmina lascia al maschio il compito di sorvegliarle fino alla schiusa che di norma avviene dopo circa 5/10 giorni.

Famiglia: percidae

Ordine: perciformes

Nomi dialettali: lucioperca, sandra

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Persico Reale - Perca fluviatilis

Ha il corpo ovoidale e una vistosa gobba, ma si riconosce sicuramente per la livrea striata, ha infatti un colore bruno bronzo grigiastro con 6/7 strisce verticali scure, quasi nere e le pinne tendenti all'arancio. É un predatore che vive in branchi numerosi, si può incontrare normalmente fino alla profondità di 20 mt, nelle spaccature fonde o mentre girano liberi tra le alghe. Anche se può raggiungere i 2KG, normalmente si possono incontrare esemplari di 500/600 gr.

Distribuzione e habitat

L’area di distribuzione di questo pesce comprende gran parte dell’Europa, dell’Asia Minore e anche dell’Asia Centrale. Nel lago di Garda questo pesce è alloctono; di fatto si fanno risalire agli anni ’30 le prime numerose immissioni a scopo di ripopolamento.
Discretamente diffuso, la densità della popolazione è comunque soggetta a forte oscillazioni, infatti ad anni di forte incremento posso seguirne altri dove la specie sembra quasi scomparsa per poi riapparire. L’habitat ideale sono i fondali con presenza di sassi e rocce. Non disdegna fondali più bassi è ricchi di vegetazione.
Da giovane è gregario e forma folti gruppi nelle vicinanze delle rive, mentre in età adulta assume un comportamento più solitario. Di solito è stanziale ma, se si trova in ambiente povero di risorse, compie anche dei lunghi spostamenti in cerca di aree più ricche di cibo oppure più adatte alla riproduzione.

Alimentazione

L’alimentazione è basata su invertebrati acquatici, crostacei e pesci. E’ sicuramente un predatore molto vorace.

Riproduzione

La riproduzione ha luogo in  primavera tra aprile e maggio, quando la femmina depone le uova su rocce, piante acquatiche, rami e radici sommerse. Le numerose uova sono unite tra di loro in lunghi nastri gelatinosi.

Famiglia: percidae

Ordine: perciformes

Nomi dialettali: péss pérsech, zebra

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Persico Sole - Lepomis gibbosus

Dalla forma quasi circolare e appiattita, è il pesce più colorato del lago, ha infatti dei bellissimi colori tra verde, blu, giallo, rosso e viola, con una vistosa macchia nera appena dietro la branchia. Difficilmente raggiunge il ½ Kg e vive normalmente in acqua bassa, tra le alghe o tra pietre. Si può pertanto incontrarlo a fine immersione durante la sosta o la decompressione, è un pesce curioso e territoriale, per cui non si allontana dalla sua zona ma ci potrà sfidare.

Distribuzione e habitat

Questa specie è originaria del Nord America. In Italia è alloctono e le prime immissioni si fanno risalire agli inizi del ‘900. Nel lago di Garda i primi esemplari furono avvistati intorno al 1917 e si presume che questi siano arrivati risalendo il fiume Mincio dove erano già presenti da qualche tempo.  E’ molto diffuso nel bacino meridionale. La popolazione attuale risulta essere sufficientemente comune.
Da giovani sono gregari, mentre da adulti conducono una vita prevalentemente solitaria. Vivono in acque basse vicino alla riva e ricche di vegetazione con fondale in prevalenza sabbioso.

Alimentazione

L’alimentazione è costituita in prevalenza da larve, insetti, vermi, uova di pesce e piccoli pesciolini. Estremamente vorace mangia di tutto; non a caso è possibile talvolta catturarlo anche con l’amo nudo.

Riproduzione

La riproduzione avviene tra maggio e giugno vicino a riva in acque molto basse. Il maschio prepara il classico nido pulendo il fondale con la coda.
Dopo che una o più femmine vi avranno deposto le uova, esso si incarica di sorvegliarle fino ad una decina di giorni dopo la schiusa.

Famiglia: centrarchidae

Ordine: perciformes

Nomi dialettali: pesce sòl, sòl, oràda

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Persico Trota - Micropterus salmoides

Pesce massiccio, tozzo e gibboso, con una bocca enorme, e una serie di pinne potenti anche se relativamente corte. Ha un colore verdastro chiaro sui fianchi che sono caratterizzati da macchie scure che formano una linea partendo da dietro l'occhio fino alla coda. Può diventare di grossa taglia, ma sul lago è difficile vederne oltre il chilo. Vive principalmente in acqua bassa, tra alghe e canneti.

Distribuzione e habitat

Specie originaria del Nord America è stato introdotto in Europa a partire dalla fine del 1800; nel lago di Garda si pensa che sia presente ormai da oltre un secolo.
Predilige vivere nei bassi fondali in acque calme e particolarmente ricche di vegetazione. Solitamente questo pesce ama vivere in branchi che sviluppano vere e proprie strategie di gruppo per la caccia di prede. Diventa solitario solo quando raggiunge dimensioni notevoli o durante la frega. Nel lago di Garda era molto comune specialmente nei porti; la sua presenza oggi sembra essersi ridotta nel numero di esemplari mantenendosi comunque costante.

Alimentazione

L’alimentazione preferita da questo pesce, estremamente vorace, comprende pesci di varia taglia, crostacei, insetti e loro larve, invertebrati acquatici e anfibi. Nonostante sia un vorace predatore esso non entra in competizione alimentare con il luccio.

Riproduzione

Raggiunge la maturità sessuale tra i 2 e i 4 anni. Il periodo riproduttivo va da marzo a luglio. La frega si svolge in acque basse.  Il maschio è territoriale, una volta individuata un’area del fondale adatta, la ripulisce dalle alghe e dai detriti, ricavando una depressione che difende da tutti i potenziali rivali. In questo nido la femmina depone le uova che  il maschio avrà premura di difendere fino oltre alla schiusa proteggendo gli avannotti fino al definitivo abbandono del nido.

Famiglia: centrarchidae

Ordine: perciformes

Nomi dialettali: boccalone, branzino, bass

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Pesce Gatto - Ictalurus melas

Il corpo è cilindrico nella parte anteriore mentre è compresso lateralmente in quello posteriore. La testa larga è schiacciata in senso dorso­ventrale. La bocca, disposta orizzontalmente, presenta  quattro paia di barbigli che gli donano un olfatto straordinario.
La colorazione del dorso è verde nerastra e si schiarisce sui fianchi fino ad arrivare sul ventre con tonalità bianco­giallastre; la pelle è priva di scaglie ed è ricoperta da un abbondante strato di muco.
Caratteristici sono gli aculei, che all’occorrenza usa per muoversi fuori dall’acqua, posizionati sul primo raggio delle pinne laterali e in quella dorsale con i quali è in grado di provocare delle ferite molto dolorose.
Normalmente le dimensioni che raggiunge questo pesce sono all’incirca tra i 20/30 centimetri.

Distribuzione e habitat

Specie originaria del Nord America è stata introdotta in Italia agli inizi del ‘900. La sua immissione nelle nostre acque ha fortemente danneggiato le specie autoctone, soprattutto la tinca, data la competitività di questo pesce e la mancanza di nemici naturali. Nemmeno il luccio lo preda a causa dei suoi aculei. Nonostante la mancanza di predatori naturali, negli ultimi anni, questa specie ha sofferto di una vistosa contrazione  della popolazione.
Il suo habitat naturale sono i bassi fondali fangosi con acque stagnanti o molto lente ricche di vegetazione. Durante il periodo invernale si infossa in buche scavate nel fango riducendo al minimo ogni attività.

Alimentazione

Il pesce gatto è un vorace predatore. Si nutre di piccoli pesci, vivi o morti, di uova di pesce, larve di insetti, girini, molluschi e detriti organici di ogni tipo. È attivo soprattutto di notte o nelle giornate nuvolose.

Riproduzione

La riproduzione avviene in tarda primavera, quando la femmina, dopo aver pulito dal fango il nido, si lascia corteggiare dal maschio con lo strofinio reciproco dei barbigli. Rispetto a molti altri pesci che abbandonano il nido, entrambi i genitori difendono ed ossigenano le uova fino oltre la schiusa proteggendo gli avannotti appena nati per più di una settimana. Questo comportamento rende questa specie fortemente competitiva. In età giovanile è fortemente gregario, infatti non è difficile vedere nuvole nere di avannotti che si muovono insieme in cerca di cibo.
Questo comportamento costituisce anche un efficace mezzo di difesa soprattutto nel periodo in cui si trova ad essere maggiormente vulnerabile; con l’arrivo dell’età adulta diventa più spiccatamente solitario.

Famiglia: ictaluridae

Ordine: siluriformes

Nomi dialettali: pes gat, pese gato, barbo

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Scardola - Scardinius erythrophthalmus

Ha il corpo normalmente tozzo e ovoidale, compresso sui fianchi e la testa particolarmente piccola. Coperta da grosse squame, ha un colore grigio scuro sul dorso, che diventa chiaro argenteo sui fianchi. La pinna caudale è molto sviluppata rispetto alle altre, vive normalmente in acqua bassa, preferibilmente tra alghe e canneti, dove può raggiungere anche il peso di 1Kg.

Distribuzione e habitat

L’area di distribuzione comprende tutta l’Europa e l’Asia occidentale. In Italia è specie autoctona diffusa praticamente ovunque. Nel lago di Garda è particolarmente presente nella parte meridionale del bacino  e lungo il fiume Mincio.
Di abitudini gregarie, predilige vivere in acque poco profonde con fondale fangoso ricche di vegetazione o di abbondante canneto.

Alimentazione

La dieta è onnivora, si nutre infatti di plancton, larve, insetti, crostacei, molluschi, alghe, piante acquatiche, uova e piccoli di pesce.

Riproduzione

La riproduzione avviene tra maggio e luglio, in alcuni casi fino ad agosto, quando le femmine depongono sui bassi fondali o su vegetazione acquatica innumerevoli uova; si stimano deposizioni di circa 200.000 uova per chilogrammo di pesce. La schiusa avviene in genere in 3/10 giorni a seconda della temperatura dell’acqua. Le larve rimangono attaccate alle piante fino al riassorbimento totale del sacco vitellino (in media 3/4 giorni). I maschi raggiungono la maturità sessuale a due anni, le femmine a tre.

Famiglia: cyprinidae

Ordine: cypriniformes

Nomi dialettali:  scàrdeva, scardevèll, scardaèll, scàrdoa

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Tinca -Tinca tinca

Bel pesce, elegante nei lenti movimenti, ma capace di guizzi velocissimi, ha un corpo massiccio un po' ovale con la testa grossa ma munita di una bocca piccola e labbra carnose, con due corti barbigli (baffi) che spuntano uno per lato agli angoli della bocca. Ha un bel colore verdastro scuro sulla schiena con riflessi bronzei che schiarisce mentre scende sui fianchi, sino a diventare un bel giallo vivo sotto la pancia, con una riga biancastra al centro della stessa.
Può raggiungere i 5/6Kg di peso e non è raro incontrarne di grossa taglia, spesso in acqua bassa magari vicino o tra le alghe, ma anche fonde su scarpate di fango.

Distribuzione e habitat

La tinca è diffusa in gran parte dell’Europa, nell’Asia Minore mentre è stata recentemente introdotta anche negli Stati Uniti ed in Australia. In Italia la specie è autoctona e diffusa praticamente ovunque.
Nel lago di Garda era in passato molto presente, oggi invece questa specie sta soffrendo di una contrazione della sua presenza.
Vive su bassi fondali fangosi ricchi di alghe e di limo. Di indole tranquilla è molto attiva durante i mesi caldi in inverno si nasconde nel fango rallentando al minimo le funzioni vitali, cadendo in una sorte di letargo.

Alimentazione

Si nutre principalmente di larve di insetti, molluschi e piccoli crostacei, integra comunque la sua dieta anche con alghe e piante acquatiche.

Riproduzione

La riproduzione avviene tra maggio e luglio quando la femmina depone innumerevoli uova sulle piante acquatiche. La frega può essere bruscamente interrotta a causa delle variazioni climatiche, basta infatti una burrasca per bloccarla immediatamente.

Famiglia: cyprinidae

Ordine: cypriniformes

Nomi dialettali: tenca, tencòn, tènca, tenchèll, tenchèi

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Triotto - Rutilus aula

Abbastanza piccolo, difficilmente supera i 15cm, somiglia vagamente alla scardola, con il corpo tosso, gibboso e la testa piccola. Anche il colore è simile, grigiastro sul dorso, fianchi più chiari ma giallastri con una riga longitudinale più scura dalla branchia alla coda e con il ventre di color bianco sporco. Vive principalmente in zone con folte alghe.

Distribuzione e habitat

Diffuso nella parte settentrionale dell’Italia e dell’ex Jugoslavia, questa specie nel Garda è autoctona; in passato per lungo tempo è stato confuso con il vairone, infatti nel dialetto della sponda veronese  viene chiamato “varon”.
Si pensava addirittura che fosse un ibrido. Una volta molto diffuso nel Garda, questa specie gode ancora oggi di popolazione numerosa.
L’habitat ideale sono le acque poco profonde e ricche di vegetazione sia lacustri che stagnanti. Di comportamento gregario e stanziale, forma infatti folti gruppi anche di individui di diversa età.

Alimentazione

La dieta alimentare è composta da alghe, larve, insetti e vermi.

Riproduzione

La riproduzione avviene tra maggio e luglio quando la femmina depone a più riprese le uova sui bassi fondali ghiaiosi.

Famiglia: cyprinidae

Ordine: cypriniformes

Nomi dialettali: varom, àola bastarda, brufolo

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Trota Lacustre - Salmo trutta lacustris

Anche se raggiunge dimensioni enormi, ne abbiamo viste pescate con le reti anche di 7Kg e ha un corpo veramente massiccio, con una livrea un po' sbiadita, la schiena grigio-verde i fianchi molto chiari con abbondanti puntini neri sparsi ovunque, è difficilissimo incontrarla in immersione. Predilige fondali fondi dell'alto lago tra pareti e scarpate ripide. In tutte le immersioni fatte, ne abbiamo viste solamente 2 e non molto grosse. E' molto veloce e diffidente.

Distribuzione e habitat

Diffusa nei laghi europei, in Italia si trova ancora nei grandi bacini montani. E’ una specie comunque a rischio a causa della sempre più insostenibile competizione alimentare con altre specie.
In passato era molto comune nel Garda ma a partire dal dopoguerra ad oggi la specie ha iniziato un decremento che è continuato inesorabile. Nel Garda sono presenti tre diverse specie; la lacustre, la fario e l’iridea. La prima è autoctona le altre due sono presenti perché immesse a scopo di ripopolamento. Dopo una lunga permanenza nel lago non presentano caratteristiche particolari che contraddistinguano le diverse specie, ad eccezione dell’iridea che può presentare delle macchie sulla pinna caudale. Di indole solitaria, che con l’avanzare dell’età si accentua, predilige vivere al largo compiendo grandi spostamenti sia in orizzontale sia in verticale, dovuti anche alla ricerca di acque che non superino mai la temperatura di 15/20 °C.

Alimentazione

Carnivore e predatrici, le trote inizialmente si nutrono di invertebrati per poi passare ad avannotti e piccoli pesci.

Riproduzione

La deposizione delle uova avviene nei mesi che vanno da ottobre a gennaio, in bassi fondali ghiaiosi e ciottolosi; la femmina dopo aver preparato l’area vi depone le uova che dopo la fecondazione del maschio vengono ricoperte dai sedimenti mediante possenti colpi di coda.

Famiglia: salmonidae

Ordine: salmoniformes

Nomi dialettali: truta, truta de lego, truta bianca, truta lacustr