Tonnetto alletterato alla piastra

Tonno alletterato alla piastra: delizioso con la salsa salmoriglio siciliana!

Non troppo pregiato dal punto di vista gastronomico – questo tonno è considerato un pesce povero – è tuttavia molto nutriente ed ha tutte le caratteristiche del pesce azzurro.

Rispetto ai tonni propriamente detti (tonno rosso pinna blu, tonno obeso, tonno pinne gialle, tonno bianco, ecc.), il tonnetto alletterato rimane di dimensioni più contenute: 100 cm di lunghezza per circa 15 kg di peso. I caratteri di riferimento sono i disegni neri che porta sul dorso, che sembrano delle scritture fatte da lettere e simboli (da qui il nome alletterato).

Difficile confonderlo con la palamita ma piu’ facile fare confusione con il tombarello.

Il tonnetto alletterato presenta un occhio piccolo e risulta meno slanciato dei tre pesci. In piu’ sul ventre dell’alletterato sono presenti delle macchie scure circolari (da 4 ad 8). Sul dorso e’ blu mentre il ventre e’ bianco.

Ingredienti per la nostra ricetta:

  • 2 fette di tonnetto alletterato
  • 2 spicchi di aglio
  • olio extravergine d’oliva
  • succo di limone (non freddo)
  • sale
  • origano

La freschezza nel trancio si può notare dal colore rosso vivo della carne:

Tonno alletterato freschissimo
Tonno alletterato freschissimo

…se la carne presenta delle striature verdastre significa che il tonno non è fresco:

Tonno alletterato non fresco
Tonno alletterato non fresco

…inoltre l’odore deve essere di pesce fresco e non di ammoniaca, la carne del tonnetto alletterato è un pochino più chiara del tonno rosso pinna blu, ma se freschissima è altrettanto buona e quindi adatta alle tipiche preparazioni a crudo (tartare di tonno tagliato al coltello e insaporito con olio extra vergine d’oliva, sale, pepe e succo di limone).

Ritorniamo alla nostra ricetta e iniziamo la preparazione:

…il pesce prima di essere cucinato, va lavato in acqua corrente fredda…

…asciugato nella carta assorbente e poi, messo nella piastra incandescente…

…i tranci di tonnetto devono cuocere 3-4 minuti per lato; il tempo di cottura dipende dallo spessore dei tranci, in ogni caso al centro devono rimanere rosati in questo modo non risulteranno stopposi…

…nel frattempo preparare il salmoriglio siciliano:

La salsa salmoriglio, sammurigghiu in siciliano, è un’antica salsetta che in Sicilia viene usata per accompagnare grigliate di carne e di pesce. La ricetta tradizionale prevede di emulsionare bene con una frusta l’olio extravergine di oliva e acqua calda, unitamente a spicchi d’aglio, un pizzico di sale, abbondante origano e succo di limone non freddo…

L’aglio, in particolare l’aglio crudo, è considerato un vero e proprio farmaco naturale in grado di contribuire ad abbassare la pressione sanguigna. L’aglio purifica il sangue e tonifica l’apparato cardiocircolatorio.

…appena cotto e ben caldo marinare il trancio di tonno con la salsa salmoriglio…

…eliminare le spine, la pelle e nel frattempo rigirare i piccoli trancetti di tonno nella salsa siciliana…

…servire subito ancora caldo il pesce e vi assicuro che si scioglierà in bocca…

…buona degustazione!

L’Anisakis simplex è un nematode normalmente presente come parassita intestinale in numerosi mammiferi marini (balene, delfini, foche, etc.) le uova non fecondate di Anisakis vengono rilasciate in mare tramite le feci. Nell’acqua le uova di Anisakis maturano (vengono fecondate); successivamente, escono dall’uovo e si diffondono le larve. Le larve vengono ingerite da un ospite intermedio (es. crostaceo planctonico), ospite intermedio perché mediante la predazione, le larve passano da pesce a pesce, tra cui tonno, pesce sciabola, salmone, triglie, ricciola, pesce spada, rana pescatrice, aringa, sardina, acciuga, lampuga, merluzzo, nasello e sgombro. L’anisakis è estremamente diffuso, poiché è presente in più dell’85% delle aringhe, nell’80% delle triglie e nel 70% dei merluzzi.

Questi nematodi migrano dalle viscere del pesce alle sue carni se, quando catturato, non viene prontamente eviscerato. Quando l’uomo mangia pesce infetto crudo, non completamente cotto o in salamoia, le larve possono impiantarsi sulla parete dell’apparato gastrointestinale, dallo stomaco fino al colon. Per difendersi dai succhi gastrici, attaccano le mucose con grande capacità perforante, determinando una parassitosi acuta o cronica. La parassitosi acuta da anisakis insorge già dopo poche ore dall’ingestione di pesce crudo e si manifesta con intenso dolore addominale, nausea e vomito. Semplici accorgimenti sono necessari per consumare il pesce in totale sicurezza: il trattamento termico (congelamento oppure la cottura) per un tempo sufficientemente lungo, è indispensabile per prevenire le anisakiasi.
Si raccomanda sempre di congelare molluschi e pesce destinati al consumo, alla temperatura di (almeno) –35°C per 15 ore, oppure di -18°C per 7 giorni. Anche una buona cottura garantisce l’uccisione del parassita dal pesce. (la temperatura all’interno del pesce deve raggiungere i 60°C per almeno un minuto)

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