Come si pesca al calamaro: tecniche e curiosità

La pesca al calamaro è una pratica capace di dare grandi soddisfazioni soprattutto a partire dal periodo autunnale. Questo cefalopode dal corpo allungato viene pescato principalmente con la tecnica della traina con il vivo sulle imbarcazioni. Il mollusco marino viene però utilizzato anche come esca nelle sessioni di pesca a bolentino.

Loligo Vulgaris è il nome scientifico di questi molluschi appartenenti alla famiglia delle Loliginidae. Il nome “calamaro” deriva dal modo in cui si difendono dai predatori. Questi cefalopodi intelligentissimi spruzzano infatti dell’inchiostro. Sicuramente saprai che il vasetto in cui intingere la penna veniva chiamato “camalaio” e perciò l’associazione a questo animale è presto fatta.

In questo articolo approfondiremo alcuni aspetti utilissimi per chi va a pesca di questo cefalopode. Vedremo dove trovarli, cosa mangiano e come andare a pesca del calamaro.

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Pesca al calamaro: dove vive e cosa mangia?

Prima di vedere come pescare i calamari ti sarà sicuramente utile conoscere le sue abitudini. Questi cefalopodi vivono generalmente in branco. Si tratta di una specie pelagica che però, durante la stagione riproduttiva, si avvicina alla costa per depositare le uova. Nel Mediterraneo è molto diffuso e può raggiungere fino ai 500 metri di profondità.

Ogni notte i calamari si spostano verso la superficie per cercare cibo. Ecco perché i cambi di luce, cioè al crepuscolo e al tramonto, sono i momenti migliori per andare a pesca dei calamari. Le prede da loro ambite sono generalmente crostacei, piccoli pesci e altri molluschi.

Nelle tecniche di pesca con il vivo al Loligo Vulgaris si scelgono esche quali:

  1. Sugarelli
  2. Boga
  3. Fragolino
  4. Ravello
  5. Barchetta

Vanno bene anche altri pesci, purché siano dotati di un buon movimento. A proposito di esche: sapevi che si pesca ai calamari anche con gli artificiali? Ultimamente sono molto in voga i tataki, l’evoluzione degli egi utilizzati per la nuova tecnica Tako Eging.

Nel prossimo paragrafo vediamo quali sono le tecniche principali utilizzate per insidiare questo cefalopode.

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Quali sono le tecniche per pescare i calamari?

Puoi praticare la pesca del calamaro sia dai moli che dalla barca con diverse tecniche:

  • Eging
  • Traina con il vivo
  • In verticale

Un approccio molto comune sulle coste italiane per insidiare questi molluschi marini è proprio l’eging. Si tratta di una tecnica di pesca con la quale vengono catturati con successo anche le seppie e i totani. Prevede l’utilizzo di artificiali chiamati egi o volgarmente totanare (anche se non sono la stessa cosa!). Si tratta di riproduzioni di piccoli calamari dotati di uno o più cestelli grazie ai quali allamare i tentacoli dei cefalopodi.

La traina con vivo e quella in verticale sono tecniche che comportano l’uso di un’imbarcazione. Abbiamo già visto come pescare i calamari dalla barca. Nel primo caso si traina a scarroccio l’esca viva a velocità moderata, facendola muovere nelle diverse altezze. In questo modo al calamaro sembrerà di inseguire una preda in fuga.

Quella verticale invece si pratica ancorandosi in un punto che si reputa fruttuoso dal punto di vista delle ferrate. Puoi farti aiutare da un GPS per ritrovare eventualmente uno spot che sai essere ricco di esemplari. A questo punto si pastura in abbondanza per radunare la minutaglia e attirare l’attenzione dei cefalopodi.

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