Sei pronta a esplorare i fondali del Mediterraneo in compagnia degli esperti di Worldrise? L'associazione no profit per la tutela del mare che ha lanciato la campagna 30x30 sostenuta da Cosmo ha nelle sue file biologi marini, subacquei e scienziati che ti fanno da guida per scoprire le bellezze del mare e incontrare da vicino alcuni dei suoi abitanti più sorprendenti. Come il cavalluccio marino aka Hippocampus sp. Chi lo conosce bene, però, lo chiama il “mammo” del mare. Il perché te lo spiega lui! (Sì, gli abbiamo dato la parola)

Sono un pesce!

“Per prima cosa ci tengo a dire che sono un pesce. Di solito la gente si stupisce quando lo scopre: anche tu, vero? Ebbene sì, non sono un parente del gamberetto, ma un pesce sviluppato su un’asse verticale, il che mi consente di tenere una posizione eretta. Noi cavallucci utilizziamo la pinna dorsale per spostarci e la nostra lunga coda prensile per aggrapparci alle superfici”.

il cavalluccio marinopinterest
Getty Images

Mi nascondo perché sono timido...

“Siamo particolarmente difficili da trovare e anche molto timidi. Io, per esempio, tendo a nascondermi tra le gorgonie, le alghe e le piante marine. Nonostante la mia riservatezza, però, per via del mio aspetto sono diventato molto famoso. Oggi, però, ti voglio raccontare qualcosa di decisamente singolare che ha a che fare con i nostri riti di corteggiamento e riproduzione”.

... Ma anche molto romantico

E qui torniamo alla nostra fantastica coda prensile. Non solo ci evita di essere scossi e trasportati da una parte all’altra dell’oceano, ma è anche essenziale durante l’accoppiamento. Ma procediamo con ordine: noi cavallucci marini siamo dei romanticoni! Usiamo la danza per corteggiare le nostre compagne e rafforzare i legami, e la cosa può durare giorni, perché le femmine sono particolarmente vanitose. Per convincerle dobbiamo pure cambiare colore, sfoggiando tonalità più belle e brillanti. Una volta convinte, le nostre code si intrecciano e le femmine rilasciano le loro uova nel nostro ventre. Sì, hai capito bene siamo noi maschi a portare avanti la 'gravidanza'”.

Mi chiamano il mammo di mare

“Le uova rimangono dentro la sacca tra le due e le quattro settimane: per questo veniamo chiamati i “mammi” del mare. Le femmine ogni giorno vengono a salutarci e a controllare che i piccoli stiano bene. Dopo il periodo di gestazione il gioco è quasi fatto: attraverso vere e proprie contrazioni, simili al parto, fuoriescono nell’immenso oceano tra i 100 e i 10.000 piccoli. Solo in un numero ridotto, però, riusciranno a svilupparsi e raggiungere la fase adulta. È la dura vita degli animali più piccoli!”.

bright yellow seahorse against background of bright blue water, taken in monterey bay aquarium, californiapinterest
Rich Lewis//Getty Images

Aiutami a vivere nel mio habitat!

Come tanti organismi che vivono nel Mar Mediterraneo, anche la nostra specie è minacciata dalla perdita degli habitat in cui viviamo e dalla conseguente ridotta possibilità di trovare un ancoraggio stabile. Se non potremo più contare sulla protezione delle zone costiere e di posidonie e coralli, diventerà impossibile avvistarci”.

Aiuta il cavalluccio marino a non scomparire: partecipa alla campagna 30x30 Italia

#cosmoper30x30

#30x30