Anche se non si tratta di una pesca importante fa sempre un certo effetto tirare a terra con una normale canna da DA DILETTANTE una tremula occhiuta, un pesce “povero” molto noto nei nostri mari in particolare lo Jonio e il Tirreno. Molti pescatori “di rete” in genere la buttano quando è piccola ma tirarla da riva con un peso di circa 1.500 grammi sarà stato emozionante. E’ successo ad un dilettante: Alessandro Stambé di Torino che d’estate preferisce il mare di Bovalino per trascorrervi le ferie. Papà catanzarese e mamma di San Luca Alessandro ha la Conca Glauca nel cuore e i pomeriggi preferisce trascorrerli interamente a mare fino a tarda serata. Ci ha raccontato la bella pesca con emozione perché di così grande stazza non gli era mai capitato. Anzi, della torpedine occhiuta sapeva soltanto che ci fosse ma non l’aveva mai vista. Vive adagiata sulla sabbia per trasformarsi di notte in predatore di pesci e crostacei. Normalmente sul dorso vi sono 5 ocelli, disposti simmetricamente in una serie di tre e una serie parallela di due. Il ventre è bianco il dorso di colore azzurro bordato da un cerchio che va sul nero e da un alone più chiaro. Vive in profondità inferiori a 70 metri. Simile alla “razza”, la torpedine è famosa per la sua capacità di catturare le prede tramortendole con scosse elettriche da 50-60 V. La sua scarica elettrica nei confronti dell’uomo non è mortale ma può provocare forte dolore. In genere la torpedine occhiuta (Torpedo torpedo) veniva cucinata dalle nostre nonne che riuscivano a cucinarla in modo speciale, tale da farne un piatto squisito e sostanzioso. La sua carne, infatti, pur avendo molto scarto si adatta al forno con pangrattato e patate, in umido, con pomodoro, olive e capperi.

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Torpedine occhiuta