Pesci elettrizzanti: la torpedine

È forse il pesce più scartato d'Italia, ma può essere valorizzato in sughi e zuppe. Un tempo conosciuto solo dalla cucina povera, ora però lo chef stellato Andrea Mattei di Forte dei Marmi lo sta riportando in auge...
Pesce povero la torpedine

Nel vasto mondo del “pesce povero” che popola i nostri mari, il titolo di più povero dei poveri, forse, dovremmo assegnarlo a lei: alla torpedine, conosciuta anche come tremola. I pescatori la buttano così spesso che qualche ristoratore deve raccomandarsi per farsele portare in cucina. Eppure la sua carne saporita meriterebbe maggior fortuna.

Cibo elettrizzante

Nei nostri mari, soprattutto sullo Ionio e sul Tirreno, è frequente la torpedine occhiuta (Torpedo torpedo), specie solitaria che, di giorno, vive adagiata sulla sabbia, per poi trasformarsi di notte in predatore di pesci e crostacei. Vive in profondità inferiori ai 70 metri e qualche volta frequenta le praterie di posidonia, oppure può scendere fino a 400 metri. Simile alla razza, la torpedine è famosa per la sua capacità di catturare le prede tramortendole con scosse elettriche da 50-60 V.

Con i ceci

Andrea Mattei, chef stellato del ristorante La magnolia dell'hotel Byron di Forte dei Marmi, in un'intervista al Tirreno l'ha definita così: “Lontana da branzino e scampi, meno elegante per cultura e sapore, è in realtà un ingrediente molto gustoso che trova la massima espressione in umido, cotta nella sua cartilagine”. Mattei la utilizza tra gli stuzzichini dell'aperitivo, sotto forma di salsa passata e adagiata su una polentina di ceci. La pietanza viene preparata preparando un soffritto di aglio, cipolla rossa, salvia e rosmarino in olio extravergine d'oliva, sul quale si adagiano i filetti di torpedine che poi verranno arricchiti dalla passata e dal concentrato di pomodoro. Mentre l'abbinamento con la tipica cecina toscana avverrà solo a fine cottura, assieme a un filo d'olio extravergine d'oliva a crudo.

Al forno o in umido

Il guaio della torpedine è che “ha molto scarto, in cucina va dapprima tagliata all'altezza delle ali e poi privata della pelle partendo dalla coda”. Fuori dai menù stellati, la torpedine si può cucinare al forno con pangrattato e patate, in umido con pomodoro, olive e capperi oppure può essere utilizzata per preparare ottimi sughi. In bianco, in Toscana la si può trovare in abbinamento a erbe aromatiche come prezzemolo e mentuccia.

Dalla Toscana al Molise

Ottima anche la torpedine con sugo di peperoni, ricetta tipica molisana: qui la torpedine viene lasciata marinare per un'ora e mezza in olio extravergine d'oliva, limone e origano, arrostita e poi cosparsa di striscioline di peperoni grigliati a parte. Interessante pure il risotto alla torpedine. La torpedine (“pottino”) compare tra gli ingredienti anche del cacciucco viareggino, dove fa valere al meglio la sua capacità di disfarsi e di diventare così ingrediente di ottimi sughi e brodi. Allo stesso modo, sempre a Viareggio, lo si può trovare nella locale versione del pancotto di pesce. Le carni rosa e molto magre, in teoria, si adatterebbero a un gran numero di preparazioni, tanto da renderla adatta allo svezzamento dei neonati. Ma il segreto del suo insuccesso è tutto nella gran quantità di carni di scarto: si utilizza praticamente solo la coda, il 70% della carni va buttato. Insomma, la torpedine è un pesce da zuppa, che assieme agli altri pesi “poveri” può ben figurare in zuppe di pesce, nei brodetti e nel cacciucco.