Sempre più pesci di altri mari sono catturati al largo di Imperia. Il cambiamento climatico e il fatto che le acque del Mediterraneo siano più calde di un tempo ha facilitato la circolazione di specie che sono di casa negli oceani. La riprova si è avuta nei giorni scorsi: in tre riprese sono stati catturati dai pescherecci Salvatore, Zara e Ilde II esemplari di pesce re (Lampris guttatus), pesce pelagico che di solito abita il Mar Rosso e l’Oceano Indiano. Non è un esemplare raro. Il problema è dato da quelle specie che, per via di una pesca indiscriminata o per l’inquinamento, rischiano di scomparire. Tra questi alcuni tipi di squalo e di razza. Per tutelare l’habitat e sensibilizzare i pescatori facendo conoscere quali siano i pesci sull’orlo dell’estinzione si è tenuta ieri all’Info Point del molo di Oneglia un’importante riunione tra biologi e pescatori imperiesi, col supporto di Legacoop.

Erano presenti professionisti dello strascico e «palangari» di Imperia, Sanremo e Bordighera. La lezione sulle specie che, una volta finite accidentalmente nelle reti vanno rilasciate e trascritte sul giornale di bordo l’hanno tenuta i biologi Vittoria Gnetti e Faustino Scarcelli, della onlus «MedReAct», al centro di un progetto di protezione del mondo subacqueo che vede impegnati la Società italiana di Biologia marina (SIBM), l'Università di Padova, il Gruppo ricercatori italiani sugli squali, razze e chimere (GRIS) e il WWF. Ai pescatori sono state consegnate schede illustrate, sorta di vademecum con i disegni di pescecani e razze tutelati da tenere a bordo come una sorta di guida. Tra gli esemplari che in un futuro non molto lontano potrebbero svanire dai nostri mari ci sono il pesce sega, la verdesca «sentinella», la razza bavosa, il pesce chitarra, altre varietà di squalo tra cui lo smeriglio, e poi il pesce porco e il diavolo di mare simile alla manta. «Sempre più spesso nelle reti finiscono prede in arrivo da altri fondali - sottolinea Lara Servetti, di Legaccop - Era doveroso informare i pescatori sulle forme di vita la cui sopravvivenza è in bilico».

Aggiunge Domitilla Senni, responsabile di MedReAct: «Nel Mediterraneo sono 24 le specie di squali e razze protette di cui sono vietati trasbordo, sbarco e vendita. Quando sono pescati per caso vanno rilasciati in mare possibilmente vivi. Altre specie è possibile commerciarle ma le catture si devono documentate lo stesso sul giornale di bordo. I pescatori vanno informati perchè se non rispettano questi passaggi incorrono in denunce e multe pesanti. Con la registrazione dei dati daranno un contributo essenziale nell’opera di monitoraggio delle specie considerate fondamentali per la sopravvivenza della catena alimentare». —

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