Pesca all'occhiata dai moli

Non si finisce mai d'imparare. Di certo, tra i pescatori, l'umiltà è un sentimento poco diffuso. Siamo tutti campioni del mondo. Siamo tutti grandi pescatori. Noi siamo i più grandi, gli altri non valgono nulla. Gente così avvezza all'autocelebrazione è un classico nel mondo di internet dove i rapporti umani sono confinati in un computer. Sono un pescatore di pubblico dominio e mi contattano in tanti per avere consigli, delucidazioni, pareri. Il mio cuore sobbalza di gioia alle mail dei giovanissimi che, spesso, vorrebbero un'idea sull'attrezzatura da compare. Mi scrivono anche i miei coetanei, gente a cavallo dei trent'anni, che ha scoperto per caso la disciplina della pesca e sta imparando tanto dal nostro lavoro sul web. Ci sono poi gli unenti dal cuore di ghiaccio. Sono quelli da tenere alla larga, perchè rovinano la quiete dei forum e fanno piazza pulita di ogni brava persona che incontrano. Sputano sentenze restando nell'anonimato e costruiscono reputazioni di grandi pescatori, senza che mai vi sia stata la pubblicazione di una sola cattura.

Essere, non apparire!

Si vive più per l'apparenza: conta avere la canna firmata da 300€ legata da chissà quale mastro di bottega, il mulinello che più leggero non si può e il galleggiantino èlitario da mezzo grammo... mi verrebbe da chiedere "dove sono i pesci?". Nel pianeta cybernetico la CPU è il cuore pulsante del nostro organismo, le mani fungono da tastiera, il disco fisso è collegato allo stomaco e (chissà) il mouse, è qualcosa che funge da organo... vabbè, vi lascio immaginare. I giudizi sul mio operato giornalistico sono spesso contrastanti: alcuni mi danno del bravo articolista, altri credono che io non sappia pescare, qualcuno mi vede come un giovanotto tutto firmato che becca solo pesce minuscolo. "Fama di loro il mondo esser non lassa; misericordia e giustizia li sdegna: non ragioniam di lor, ma guarda e passa." è il celeberrimo verso della Divina Commedia di Dante Alighieri, che dedico ai simpatici criticoni. Sono un pescatore molto umile che preferisce imparare dagli altri e, successivamente, mettere in pratica da solo. Il passo ulteriore è comunicare, come sto per fare adesso, condividendo il bagaglio di informazioni in mio possesso, attraverso un semplice articolo alla portata di tutti. La conoscenza non deve avere limiti di costo nella pesca. Il sito è e sarà sempre gratuito, perchè la nostra passione può sopravvivere solo se il sapere non dev'esser custodito nelle menti di pochi ma va trasmesso a tanti. Sono venuto a contatto con una tecnica un po' bizzarra che avevo visto praticare per anni da tanta gente anziana. Non l'avevo mai considerata perchè la scartavo all'istante. Eppure ho dovuto abbattere la mia barriera di diffidenza. Ho scardinato le false credenze della pesca all'occhiata. Ci sono riuscito toccando con mano prede corpulente che farebbero gola a qualsiasi bolognesaro incallito!



Pesca all'occhiata dai moli

Un cappello introduttivo così lungo è una sorta di premessa per la tecnica che andrò ad illustrarvi. Vi ho parlato di umiltà: per affrontare la pesca all'occhiata così come pescheremo oggi bisogna armarsi di umiltà e capire senza criticare. La pesca alle occhiate in notturna col “galleggiantone” è un sistema molto "rozzo", particolarmente apprezzato in terra di Bari per la pesca allo sparide. Non è particolarmente lineare e pulito, anzi è risulta essere un metodo "dell'età della pietra" per via dello stile poco tecnico. La reticenza verso l'innovazione si scontra contro un fattore. Il metodo funziona e garantisce belle catture. E' sempre bello confrontarsi con gli altri e imparare qualcosa di nuovo. Ciò che pare fuori dal comune nasconde sorprese inaspettate sorprese.

Una tecnica semplice ed efficace

Con molta umiltà e curiosità ho intervistato Sergio, membro del Pescanet Team, appassionato di pesca all’occhiata da riva. Mi ha raccontato nei dettagli come impostare al meglio una battuta di pesca in notturna col sistema della pesca all’occhiata. Ha svelato piccoli trucchi e dispensato consigli. Abbiamo scelto di parlarvene perchè l'estate a Molfetta (BA) passa così. Nelle notti di luglio e agosto, il mare è costellato di starlight che disegnano vere e proprie geometrie sull'acqua. Lo spettacolo a cui ho assistito è davvero unico. Lanci poderosi, attese e recuperi alternati dal silenzio misto a concentrazione scolpito sui volti dei pescatori.



Canne da surf-casting e grossi mulinelli

La pesca all'occhiata col "galleggiantone" richiede attrezzature potenti derivanti dalla pesca a surf casting. Una canna da 4 metri con azione 120/150 grammi è quanto di meglio per iniziare. Il mulinello avrà una grandezza variabile tra il 6000 e 8000 con bobina larga, capace di immagazzinare almeno 300 m di 0,30. Lasciate a casa le bolognesi e le inglesine. Non fanno al caso nostro.



Lenza e accessori consigliati da Sergio

Dal negoziante acquisteremo una coppia di galleggianti piombati a forma di boa, da 60 a 80 grammi. Il peso così elevato ci permetterà di scagliarlo a distanze inimmaginabili, contribuendo nella ricerca di grosse occhiate che vivono in superficie. La lenza in figura è molto semplice. Credo sia il caso di dire che tanta semplicità appaga con deliziose catture. Bisogna collegare il galleggiante piombato al filo madre dello 0,35 (oppure allo shock leader) per mezzo della sua girella con moschettone che si trova sull'asta superiore. Alla base del galleggiante vi è il piombo con un piccolo aggancio per il terminale dello 0,25 in Nylon. Quest’ultimo avrà una lunghezza di circa 3 metri. Stringeremo un solo pallino da 0,4 grammi a un metro dall’amo. Infine innescheremo un bel boccone su un grosso amo del n°8 a gambo lungo. La scelta è tra il verme coreano o gambero sgusciato quasi per intero.



Trucchi per un lancio perfetto

Pescando di notte è opportuno modificare i galleggianti per l’aggiunta dello star light. Sergio ha incollato due tubicini trasparenti sulla testa. In questo modo il galleggiante potrà lavorare alla perfezione in condizioni di oscurità. Se la luminosità è ridotta, aggiungiamo un secondo starlight e stringiamoli all'asta con lo scotch. L’azione di pesca è un vero e proprioibrido tra surf-casting e pesca a galleggiante. Il lancio di una zavorra così sostenuta sarà simile all’ above cast (lancio col piombo dietro di noi che non tocca a terra). L'errore più comune dei molfettesi è nella rincorsa. Pare quasi che la corsa sia direttamente proporzionale alla distanza da raggiungere. Finora nessuno scienziato ha mai confermato tale stupida credenza popolare. La frustata violenta della canna scaglierà a lunga distanza il galleggiante. Sarà nostro compito restare in allerta e vedere l’attacco fulminante dell’occhiata che trascinerà con forza e potenza l’esca, dando inizio a un combattimento senza esclusione di colpi.

Marco de Biase

Marco de Biase

Direttore di Pescanet e di Pescare in Trentino. Classe 1983, vive da diversi anni nel Nord Italia occupandosi di marketing digitale. Dopo una lunga esperienza nelle acque pugliesi dell'Adriatico, frequenta da tempo gli spot del Trentino, Veneto e Lombardia. È un pescatore umile, sempre disposto a documentarsi e amante delle sfide. Comunica attraverso la scrittura, la fotografia e i social network seguiti da più di ventimila followers. È inoltre autore di due romanzi d'amore e pesca, oltre ad essere poliedrico collaboratore di riviste cartacee, aziende e blog di settore.

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