Dragoncello: proprietà, benefici e controindicazioni

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Il dragoncello, il cui nome scientifico è Artemisia dranunculus, è una particolare pianta aromatica dal retrogusto amaro.

Originaria della Russia meridionale e della Siberia, e dunque spesso molto distante dalla considerazione generale nel nostro paese, viene chiamata con molti nomi diversi: non solo drangoncello, appunto, ma anche estragone, dragone, tarfone, tragpone e serpentaria.

Poco conosciuta, anche perché non cresce spontaneamente ma bensì deve essere coltivata, viene variamente impiegata nella cucina regionale italiana e in quella francese.

Proprio nelle terre d’Oltralpe, dove è maggiormente conosciuta, la si utilizza per arricchire la salsa bernese (sauce béarnaise), un gustoso condimento a base di burro chiarificato, tuorlo d’uovo, scalogno, cerfoglio e appunto dragoncello.

Il suo impiego preminente è senza cottura previa, poiché i suoi benefici sono maggiori se utilizzata fresca o essiccata previa esposizione al calore o tramite l’eliminazione dell’acqua dalle foglie.

Proprietà e profilo nutrizionale del dragoncello

Cento grammi di dragoncello apportano all’organismo una quantità media di 295 calorie. Il dato può essere considerato in media con quello di altre erbe aromatiche e spezie come la salvia (circa 320), ma è significativamente più alto del rosmarino o di altre erbe simili.

La suddivisioni in macronutrienti è la seguente:

– Proteine: 22,27 grammi (18,8% sul totale)
– Carboidrati: 50,22 grammi (60,7% sul totale)
– Grassi: 7,24 grammi (20,5% sul totale)

In particolar modo la prevalenza dei grassi è relativa a quelli polinsaturi, con circa 3,7 grammi mentre i saturi si fermano a 1,9 grammi e i grassi monoinsaturi costituiscono appena 0,5 grammi sul totale.

Importante, ma meno rilevante rispetto a piante aromatiche simili è la presenza di fibra alimentare, con circa il 7% sul peso totale. Sono assenti colesterolo e alcool mentre il sodio apporta appena 62 mg.

Dal punto di vista delle vitamine possiamo notare come la presenza più significativa sia quella di piridossina (vitamina B6) e folati DFE, che apportano all’organismo il 120 e il 137% rispettivamente della quantità giornaliera raccomandata dai medici in una alimentazione regolare.

Importante anche la presenza di vitamina C, B2 e B3 che apportano all’organismo una RDA rispettivamente dell’83, 84 e 50%. Valori molto importanti, che a vario titolo concorrono a mantenerci in salute e realizzare benefici dei quali parleremo più ampiamente a breve.

Nei minerali è significativa la presenza di calcio, potassio, magnesio e fosforo. Minore, quando addirittura non trascurabile è la presenza di manganese, selenio e ferro.

Benefici legati all’assunzione del dragoncello

La pianta del dragoncello, se consumata in maniera regolare nella nostra alimentazione, può avere significativi effetti benefici sotto vari punti di vista.

Innanzitutto la si riconosce per il suo effetto digestivo e carminativo: se consumata sotto forma di infuso, può essere utile per digerire dopo un pasto molto abbondante ma anche per curare un eccessivo meteorismo (presenza di aria nella pancia). Ha dunque un effetto carminativo, che allo stesso tempo è anche un importante depurativo per l’organismo.

Infatti il dragoncello stimola la diuresi, permettendoci allo stesso tempo di liberarci dell’acqua in eccesso: è consigliato impiegarlo se si soffre di ritenzione idrica, radicali liberi e dunque anche della stessa cellulite, inestetismo cutaneo molto presente tra le donne e in misura minore tra gli uomini.

Nella stagione invernale, quando il freddo e gli sbalzi di temperatura favoriscono l’insorgenza di mal di gola, raffreddore e febbre il dragoncello viene in soccorso dai malanni di stagione: è un antisettico del cavo orale assolutamente naturale, che può essere impiegato anche solo masticandone le foglie.

Quest’ultima abitudine, allo stesso modo, è utile in caso di mal di denti: addirittura i Greci lo utilizzavano per lo stesso scopo, similmente a quanto si fa con i chiodi di garofano per le carie.

Per chi soffre di inappetenza, infine, inserire il dragoncello nella dieta significa esaltare la sapidità dei cibi, migliorando subito il sapore di ogni piatto e dunque aumentando il senso di fame che è venuto meno per questo problema.

Controindicazioni ed effetti collaterali

Il dragoncello non ha eccessivi effetti collaterali, e può generalmente essere consumato da tutti. Se ne raccomanda però la limitazione, dove addirittura la non assunzione nelle donne in gravidanza (potrebbe, similmente al prezzemolo, avere effetti abortivi) e in chi assume farmaci anticoagulanti.

Ovviamente non può essere consumato dai soggetti allergici alle Asteraceae, poiché provoca prurito, arrossamenti o reazioni più gravi.

Stagionalità

Il dragoncello è una pianta perenne a ciclo non annuale. Per questo motivo è possibile trovarlo in commercio o nelle coltivazioni durante tutto l’arco dell’anno. A seconda della varietà potrebbe però essere necessario proteggerlo da eccessivi sbalzi termici che ne danneggerebbero le radici e lo sviluppo apicale.

Varietà

Proprio come detto in precedenza, il dragoncello è spesso associato alla Russia come paese di provenienza e alla Francia come paese di maggior impiego. Ne deriva che le due varietà più importanti siano il dragoncello russo (con fioritura estiva, sapore standard) e il dragoncello francese, di qualità molto alta e con un sapore ancora più ricco e deciso rispetto alla varietà russa.

Come consumare il dragoncello in cucina

Dal punto di vista gastronomico, il dragoncello da il meglio di sé quando abbinato agli alimenti proteici, come ad esempio le uova, la carne e il pesce. Tra le verdure, l’abbinamento più consigliato è quello con patate, pomodoro, asparagi e cipolle.

Abbiamo già citato la salsa bernese, ma lo si può impiegare comodamente anche nella salsa tartara e nella stessa salsa al dragoncello. Quest’ultima è una ricetta tipica di Siena, che si realizza con le foglie della pianta, l’aglio e la mollica di pane precedentemente ammollata nell’aceto e nell’olio di oliva.

Ottimo infine mescolato ai formaggi spalmabili o alla panna per condire i tramezzini, evitando così di usare la maionese.

Curiosità sul dragoncello

Il nome di questa pianta richiama una piccola frazione della Città di Roma, lungo la zona costiera vicino Ostia, il cui toponimo sarebbe però una storpiatura di Dragone, zona prossima dalla quale si staccò in epoca medievale.


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