Alla scoperta della storia dello scorfano nero nel Mar Mediterraneo

Lo sfruttamento della risorsa perpetrato nel tempo ha portato a una netta riduzione della sua abbondanza e della taglia media. Una ricerca dell’ittiologo Francesco Tiralongo di Unict sulla conoscenza ecologica locale

Alfio Russo

Le acque del mar Mediterraneo sono teatro di una crisi silenziosa che minaccia la biodiversità e l'equilibrio degli ecosistemi marini.

Uno studio condotto da Francesco Tiralongo, ricercatore dell'Università di Catania, ha evidenziato un preoccupante declino nei rendimenti della pesca (e quindi nell’abbondanza) e nelle dimensioni dello Scorfano Nero, una specie ittica bentonica costiera scientificamente nota come Scorpaena porcus.

La recentissima ricerca - dal titolo Unraveling the Story of the Black Scorpionfish (Scorpaena porcus Linnaeus, 1758): Exploring Local Ecological Knowledge and the Exploitative History of a Marine Species e pubblicata sulla rivista internazionale Fishes -, non solo mette in luce questa crisi, ma sottolinea la necessità di azioni urgenti per salvaguardare questa e altre specie e garantire la salute e la sostenibilità a lungo termine del Mar Mediterraneo e dei suoi abitanti.

L'indagine è basata sulle conoscenze ecologiche dei pescatori (FEK - Fishers' Ecological Knowledge), sempre più una preziosa fonte di informazioni soprattutto per quelle regioni dove i dati storici sulla presenza e l'abbondanza delle specie sono scarsi o inesistenti.

«I risultati dello studio, che ha analizzato l'andamento delle dimensioni e dell'abbondanza di Scorpaena  porcus negli ultimi 21 anni (dal 2001 al 2021) nel Mar Mediterraneo centrale, tramite dei questionari ad hoc, hanno rivelato una netta riduzione nell’abbondanza e nelle dimensioni di questa specie», spiega il ricercatore dell’ateneo catanese.

Un esemplare di Scorfano Nero

Un esemplare di Scorfano Nero

«I pescatori, intervistati nel corso dello studio, attribuiscono unanimemente il declino di Scorpaena  porcus prevalentemente alle attività di pesca, con i pescatori professionisti che riconoscono l'impatto delle proprie pratiche quando non opportunamente gestite», sottolinea Francesco Tiralongo.

«La cattura e la dimensione media dello Scorfano Nero sono diminuite significativamente nel corso degli ultimi 21 anni, di circa 4,5 centimetri in lunghezza totale, sollevando preoccupazioni sulla sostenibilità delle attività di pesca e sull'ecosistema marino che ne è coinvolto, poiché tale situazione è presente con certezza anche per altre specie e aree sfruttate dalla pesca», aggiunge il ricercatore dell’ateneo catanese.

Tiralongo, inoltre, ha sottolineato «l'importanza cruciale delle conoscenze ecologiche locali (LEK - Local Ecological Knowledge) nel contesto della ricerca scientifica e nella valutazione e gestione delle risorse biologiche».

«Questi dati, spesso trascurati, rappresentano una risorsa fondamentale per comprendere le dinamiche marine e identificare strategie di conservazione adeguate. Per molte aree, infatti, non si hanno dati su specie di grande interesse commerciale ed ecosistemico, e ricostruirne la storia dal punto di vista dello sfruttamento tramite il metodo LEK rappresenta spesso l’unico strumento a nostra disposizione», ammonisce Tiralongo.

Un esemplare di Scorfano Nero

Un esemplare di Scorfano Nero

«Stiamo rischiando di perdere un enorme bagaglio di conoscenze, i cui custodi sono i pescatori con esperienza, quindi affiancare questo tipo di studi a quelli “tradizionali” rimane oggi necessario più che mai, o le nuove generazioni, in particolare i giovani ricercatori, non sapranno più la reale condizione nel passato rischiando di prendere per “normale” la situazione attuale se tutte queste conoscenze verranno trascurate e dimenticate con tutte le conseguenze negative che ne possono derivare per quanto riguarda i piani di gestione delle risorse», continua il ricercatore dell’Università di Catania.

«La comunità scientifica ora si confronta con la necessità di affrontare le cause di questo declino accelerato e sviluppare strategie di gestione che superino i tradizionali approcci della gestione della pesca», aggiunge l’ittiologo Francesco Tiralongo.

«I pescatori stessi hanno sottolineato l'urgenza di strategie comprensive che tengano conto non solo delle pratiche di pesca sostenibili, ma anche della necessità di preservare gli ecosistemi marini associati – conclude il ricercatore -. In conclusione, il declino dello Scorfano Nero nel Mediterraneo è una campana d'allarme sulla sostenibilità delle attività di pesca e sull'equilibrio fragile degli ecosistemi marini».