Cagnaccio di San Pietro

Cagnaccio di San Pietro

Cagnaccio di San Pietro, ritrattoCagnaccio di San Pietro, pseudonimo di Natalino Bentivoglio Scarpa (Desenzano del Garda, 14 gennaio 1897 – Venezia, 26 maggio 1946), è stato un pittore italiano.

Allievo del pittore Ettore Tito all’Accademia di belle arti di Venezia, partecipa già negli anni Dieci del XX secolo alle mostre di Ca’ Pesaro con Gino Rossi, Tullio Garbari e Felice Casorati.

Avvicinatosi al futurismo, Cagnaccio di San Pietro se ne allontana dopo breve tempo, spostando la sua attività su formule figurative tradizionali (“ritorno all’ordine”). Si accosta quindi al Realismo magico.
Intorno al 1920 definisce il suo stile più caratteristico: una forma compatta e precisa che, oltre che con la Nuova Oggettività, ha contatti con il Novecento al quale però non aderisce mai.

La sua salute è minata da un male incurabile che lo consumerà progressivamente e lo porterà alla morte a quarantanove anni. È un male di cui Cagnaccio di San Pietro è ben consapevole e che lo spinge a staccarsi dalla vita sociale e artistica, anche se continua a dipingere anche negli anni di guerra e spesso si ispira alla realtà dell’ospedale: malati, dottori, infermiere, medicine. Dal 1940, comunque, mosso da uno slancio mistico, aggiunge alla sua firma la sigla S.D.G (Soli Deo Gloria, A gloria del solo Dio).